Come qualcuno dei miei followers saprà, una volta lavoravo in banca. Quasi quattro anni fa presi la decisione di andarmene e la cosa fece scalpore tra amici, parenti ed (ex) colleghi. C'è gente che ancora adesso non si capacita di come abbia potuto fare una cosa del genere (portandomi dietro altra gente, poi).
Ebbene, questa settimana sono tornata in banca per chiudere il mio vecchio conto da dipendente e aprirne un altro. Dopo circa un'ora di firme, firmette stampe di moduli eccetera, il "consulente privati" si appoggia allo schienale della poltrona e mi chiede "E allora, non le piaceva la banca?".
Mi aspettavo una stretta di mano e via, perciò questa curiosità mi ha un pò sorpresa. Ho pensato che il tipo volesse perdere altri cinque minuti e così mi sono messa a raccontare: sì, non mi piaceva proprio, era una bella scocciatura, insomma ci sono stata cinque anni, guadagno pochissimo ma non mi sono mai pentita, in fondo se volevo i soldi restavo.
A quel punto mi sono accorta che il pover'uomo s'era come afflosciato e i suoi grandi occhi da cucciolone gaudente erano diventati terribilmente malinconici. Evidentemente avevo colpito un punto debole.
Ho cominciato a sentirmi in imbarazzo, che è diventato insostenibile quando gli ho raccontato delle mie attività piuttosto attraenti (teatro) risultando forse eccessivamente vincente, più di quanto non sia in realtà.
Temendo che l'amico potesse mettersi a piangere da un momento all'altro, ho scrutato il suo tavolo alla ricerca d'ispirazione: mi sono trovata a pensare con orrore ad una vita spesa col sedere sopra quella stessa poltrona, circondato per tutta la vita da quegli oggetti, la stampante, il telefono, il computer, sempre quelli, proprio quelli, per sempre. Poi ho scoperto il lavoretto fatto a scuola da suo figlio, ero "salva".
"E poi" mi sono affrettata a dire "E' anche una questione di scelte. Per esempio, io non ho voluto figli..."
A queste parole è parso sollevato, molto sollevato, al punto che mi ha liquidata con una stretta di mano e un sorriso beato. Gli ho dato una scusa per rimanere ancora legato al suo lavoro, che con tutta probabilità detesta. Non so se ho fatto bene.