domenica 24 luglio 2011

Roses and Broken hearts

Io non me l'aspettavo che Amy Winehouse sarebbe morta, com'è morta, giovane e sola. Forse perchè mi sembrava troppo facile, troppo pateticamente scontata una fine alla Hendrix/Joplin/Jones. Invece, eccoli lì, tutti in fila, e in fondo, più recente acquisto, lei.
Mi ero fatta un film su Amy e speravo che sarebbe andata proprio così: che sarebbe scomparsa dalle scene, senza che nessuno ne sentisse più parlare. Poi, un giorno si sarebbe materializzata di nuovo, grassa, plurimadre di una nidiata di marmocchi (ormai alcuni adolescenti dall'aria strafottente di mamma), con un nuovo album capace ancora di sorprenderci e farci sospirare per tutti quegli anni passati ad aspettarla.
Credevo che una come lei ce l'avrebbe fatta, anche solo per dimostrare a quegli stronzi bookmakers londinesi che puntare sulla sua data di morte era stata una bella cazzata, e lei li aveva fottuti tutti.
Forse non era possibile. Forse la vita è sempre pateticamente scontata.

Nessun commento: