sabato 25 febbraio 2012

Tre recensioni per Cosmic, n.3


Il motivo per cui ho scelto il disco di cui mi appropinquo a parlare è che l'hip hop non è un genere che ascolto normalmente. Specialmente quello italiano. Ogni tanto c’è qualche pezzo straniero che mi piaciucchia, ma gli italiani, da Marracash agli Articolo 31, mi annoiano a morte.

Caparezza è un’altra storia. A guardarlo mi ha sempre fatto pensare a Frank Zappa, hairstyle a parte. Ed in effetti -come Zappa-saccheggia a piene mani la storia, l’attualità, i libri, ed ovviamente la musica, li taglia a pezzettini e li frulla con furore e beffarda ironia. Ascoltare “Il sogno eretico” è farsi un viaggio a tutta velocità su una giostra selvaggia dalla quale osserviamo non solo i giorni nostri ma anche (incredibile a dirsi) la storia del nostro paese, anche parecchio remota. Bisogna stare veramente attenti, perchè i riferimenti ed i giochi di parole sono innumerevoli, si potrebbe passare mesi a passare e ripassare ogni canzone. Caparezza è(giustamente) pieno di rabbia, ma le sue canzoni non sono semplicemente degli sfoghi, raccontano storie, sono critica sociale e politica, e -grande merito che divide in parte con Frankie Hi-NRG- fanno morire dal ridere: così le velenose frecciate all'industria discografica di “Chi se ne frega della musica”, la critica alla tendenza (tutta italiana) alla supina obbedienza ai dogmi religiosi contenuta in “Il dito medio di Galileo”, e quella alla personalizzazione di certa politica di “Legalize the premier” fanno breccia grazie alle geniali trovate musicali e di testo.

Ogni canzone meriterebbe un'analisi: “La marchetta di popolino” che se la prende con i lati peggiori dell'italianità, con quel popolo che pur vessato continua a farsi incantare dalla televisione e dai politici ladroni; “House credibility” esplora i rischi del vivere in casa, luogo che ci piace pensare sicuro ma che nasconde incredibili pericoli; “Goodbye Malinconia” contempla un paese talmente allo stremo da essere stato abbandonato dai suoi stessi abitanti, fuggiti chissà dove.

Esilarante è il gioco di “Kevin Spacey”, ma non ve lo svelo, ascoltatela.

Sul finale il disco si fa più rabbioso, e il Capa infila quattro pezzi che sprizzano indignazione ma non rassegnazione, tra cui spiccano “Non siete Stato voi”, invettiva dall'incedere martellante contro i politici che hanno distrutto il paese approfittando della loro posizione, e l'acidissima e circense “Ti sorrido mentre affogo”.

“Il sogno eretico” è un concentrato che racconta l'Italia ed il mondo che ci circonda in questi anni meglio di tanti programmi televisivi e libri, e articoli di giornale. Ci dice come siamo e perchè siamo arrivati ad essere così. Probabilmente in un futuro sarà allegato ai libri di storia. Bello, proprio tanto, tanto bello.

2 commenti:

cosmic kid ha detto...

Non sono male neanche le
compagnie che di recente frequenta...

Ms Rosewater ha detto...

Direi un ottimo gruppo con cui cenare...