mercoledì 7 dicembre 2011
Cambiare strada
giovedì 6 ottobre 2011
Citami questo! / 3
2) Ce ne stavamo seduti a chiacchierare in un ristorante etiope scelto da lei. E io facevo qualche battuta tipo:"Ehi! Non sapevo che si mangiasse in Etiopia, sarà una cosa rapida: ordino due piatti vuoti e via!"
3) Se uno ti accompagna all'aeroporto è chiaro che è all'inizio di una relazione, ecco perché io non accompagno nessuno all'aeroporto all'inizio di una relazione. Perché alla fine le cose cambiano, e tu non l'accompagni più all'aereoporto, e io non voglio sentirmi dire: "Come mai non mi accompagni più all'aeroporto?"
4) Quanto vuoi essere coccolata dopo? Tutta la notte, eh? Ecco, il tuo problema sta proprio tra quei 30 secondi e tutta la notte
5) No, no no no no, non l'ho mai detto! ... Sì, hai ragione, non possono essere amici. Cioè, se tutti e due stanno con qualcun altro allora sì, è l'unico emendamento alla regola d'oro: "Se due persone stanno con altri la possibilità di un coinvolgimento diminuisce". E non funziona lo stesso, perché allora la persona con cui stai non capisce perché devi essere amico della persona di cui sei solo amico, come se mancasse qualcosa al rapporto e dovessi andare a cercartelo fuori. E quando dici "no, no, no, non è vero, non manca niente al rapporto", la persona con cui stai ti accusa di essere segretamente attratto dalla persona di cui sei solo amico, il che probabilmente è vero. Insomma parliamoci chiaro, vale la regola d'oro, si abolisce l'emendamento: uomini e donne non possono essere amici. Vieni a cena con me?
martedì 20 settembre 2011
domenica 4 settembre 2011
Vuoto totale
Non amo molto cenare con estranei. E per estranei intendo persone che magari conosco da anni ma con le quali non ho per vari motivi molto da spartire o una frequentazione assidua. Capita spesso, purtroppo, di intrattenere questo genere di rapporti e di solito sono i colleghi, ad essere il gruppo di estranei con cui si finisce per fare questo genere di esperienza.
Per me sono i cognati gli estranei in questione. Questa settimana ci ho cenato insieme per ben due volte. Sono ottime persone, con un passato piuttosto fuori dal comune che sarebbe bello ascoltare. Ieri sera si sono presentati con una cugina di lei e altre due persone che non avevo mai visto.
Orrore.
Detesto queste situazioni, mi creano imbarazzo solo a pensarci. Perché io sarei anche una che parla di cose personali, non necessariamente del tempo, ma c’è poco da fare, quel che ha da raccontare la gente non è granchè.
La cosa che temo di più è che ci si aspetti qualcosa da me, dal mio parlare, e d’altronde detesto le serate a senso unico, in cui qualcuno resta tagliato fuori.
Così ce la metto tutta, faccio osservazioni ironiche, faccio la spiritosa, tiro in mezzo il fidanzato. Ieri sera ho un po’ salvato la situazione dirottandolo sui racconti dell’infanzia con suo fratello, che erano divertenti (anche se li ho ascoltati già 200.349 volte) e facendo alla cugina di mia cognata domande sulla sua nuova pettinatura e sul suo nuovo colore di capelli. Bisogna interessarsi a chi si ha vicino per cercare di scioglierli un po’.
D’altronde, se non si può cavar sangue da una rapa, non si possono cavare discorsi intelligenti o perlomeno interessanti da chi non ha voglia di farne.
Così non siamo sfuggiti alle solite battute a sfondo sessuale (dirette a mio cognato ed alla cugina), alle insopportabili bullate di chi aveva comprato un vino splendido pagandolo niente (ma si potrebbe trattare di un agriturismo economico e fantastico, di un negozio di abiti di marca venduti a prezzi ridicoli, di qualunque cazzata risvegli la “sindrome del pescatore scaltro”, quello che ha preso il pesce più grosso e fatto l’affare migliore), ai discorsi sul tempo metereologico.
Libri? Neanche nominati. Musica? Film? Ma esistono?
Con l'età comincio ad essere insofferente verso questo genere di riunione, mi annoiano, mi svuotano. E finisco per bere e mangiare troppo, come ieri sera.
Mi infastidisce non solo sprecare il mio tempo, ma rendermi conto di non essere in grado di superare la barriera della banalità che circonda gli individui fino a quando non capiscono di potersi fidare. Magari queste persone non sono per niente interessanti, magari invece lo sono e hanno un sacco di cose da raccontare, ma chissà quante serate del genere dovrò sopportare prima di scoprirlo.
mercoledì 3 agosto 2011
Il bicchiere dell'acqua si paga
Lunedì scorso ero in un porto sardo per prendere il traghetto che mi avrebbe portata in continente. Non è un porto da ricchi, anzi, la gente arriva e parte da lì perchè costa meno. Vado a bermi un caffè al bar e sopra il bancone leggo su un cartello IL BICCHIERE DELL'ACQUA SI PAGA! sottolineato in minaccioso pennarello rosso.
domenica 24 luglio 2011
Roses and Broken hearts
giovedì 21 luglio 2011
Too fast for love, Cosmic e Titta al concerto di John Mellencamp (Vigevano 9/7/2011 )
Cosmic: - Wow, grande!
Titta: -Però guarda che non pogo, eh?
Cosmic: - Pogare? Ad un concerto di Mellencamp?!?
PROLOGO 2:
C’era gente che aspettava da una vita che John Cougar Mellencamp facesse tappa in Italia con un tour. Perché non sia venuto prima non è molto chiaro (girano versioni diverse al limite della leggenda urbana) e forse si è deciso fuori tempo massimo a fare il grande passo. Non perché sia diventato troppo vecchio, ma perché a un musicista come lui avrebbe certamente giovato frequentare la nostra penisola negli anni 80, quando Springsteen imperversava e gente anche meno talentuosa ebbe il suo momento. Scelte.
– Tranqui, la so bene la strada.
Si continua con gli epiteti borbottati alla terza tangenziale sbagliata.
Si finisce con imbroccare la strada statale giusta (dopo aver sbagliato l’uscita più facile della storia della topografia), alle 19:30. Da lì giungiamo sull’obiettivo in appena 30 minuti.
All’interno del cortile del Castello Sforzesco, luogo centrale ma contenuto, adatto a concerti tranquilli, l’atmosfera è rilassata. L’età media è piuttosto alta, non si vedono spettatori sotto i 35 anni, nessuno si accalca alle transenne sottopalco alla ricerca del posto migliore, la fila per il panino alla salamella echeggia dei soliti discorsi sul miglior concerto mai visto nella propria vita, sull’esecuzione memorabile di questo o quel pezzo, sui prossimi incontri a qualche altro festival, su esperienze da festival allucinanti (vince a mani basse l’organizzazione del Rock in Idrho) raccontate con fare da reduci e bullerie del genere.
Scegliamo due hamburger “completi” e individuiamo una panca tranquilla (senza tavolo, che erano tutti occupati) per appoggiare le nostre pigre chiappe e consumare il panozzo, congruo compromesso tra il famoso fast-food, brand americano, e l’attenzione italiana ai panini, tenendo il bicchiere di birra tra le cosce (per ovviare al rischio riscaldamento cerchiamo di bere in fretta).
La postazione è favorevole per ammirare le t-shirt che passano di lì. Ne girano di strepitose, Silver Surfer, Jerry Garcia Band, Flogging Molly, Bob Dylan, John Spencer Blues Explosion, Gaslight Anthem e perfino una di Hank III. Cosmic nel vederla è combattuto tra l’invidia (era certo di vincere la t-shirt contest con la sua verde dei Pogues) e la commozione (un altro fan di Hank Williams III!!! Non se ne vedono spesso…).
Cosmic osa sfidare il cesso chimico, Titta pavidamente rinuncia. Scopriamo con sconcerto che le postazioni di beveraggio non hanno la macchinetta del caffè. Orrore.
Si gira ancora un po’ per gli stand (miserelli per la verità), con una fermata stranamente breve a quello dei dischi: la crisi attanaglia persino il portafogli degli inossidabili dinosauri musicali.
Verso le 20.30 finalmente prendiamo possesso del prato: prima del concerto è prevista la proiezione di It’s about you, un film sulla lavorazione dell’ultimo album di Mellencamp,“No better than this”. Questa scelta ci è subito parsa curiosa come apertura di un concerto, ma dato il tema pensavamo sarebbe stato comunque interessante. Invece ci siamo trovati di fronte ad un documentario autocelebrativo in stile on the road, girato tutto in super 8 con inquadrature finto casuale, modi da videoclip degli anni 90 e un voiceover in americano senza sottotitoli (grazie mille da parte di chi non sa l'Inglese). Non solo.
Con l'occhio degli espertoni potremmo dire che si voleva imitare il “Don't look back” di D.A. Pennybaker,(che raccontava la tourneè inglese di Bob Dylan nel 1965 e lì alcune inquadrature erano veramente casuali) con risultati deludenti. Come spettatori abbiamo trovato il racconto poco interessante e di uno stile superato. Senza contare che si mostravano spezzoni di concerti nei quali sono anticipate le versioni rivedute di alcuni classici che saranno poi regolarmente suonate (“Smalltown” acustica, “Cumblin’ down”…). Francamente incomprensibile.
Ad ogni modo, la visione del film ha avviato un intenso dibattito dagli elevati contenuti culturali:
- Cavolo, però c'ha ancora un sacco di capelli Mellencamp
- Ma sai che stavo per dire lo stesso? Non come il Boss che ha fatto il trapianto
- EEEH???! Veramente? Cavolo, che scoperta. Da Springsteen non me l'aspettavo...
- Eh sì, che ci vuoi fare…
Il film continua, e continua, e continua.
L'insofferenza del pur paziente pubblico si fa palpabile. Dissolvenza...dai che è finito...NOOOO! Ricomincia!
Ora piovono fischi.
E' ormai buio quando finalmente partono i titoli di coda, che vengono trasmessi integralmente, ora sappiamo perfino chi ha portato i panini alla troupe.
Siamo seriamente preoccupati che ora sia il turno del cineforum…
Per fortuna arrivano i roadies a smontare lo schermo (non senza qualche difficoltà…) e ci scappa qualche altro interminabile minuto di ritardo per gli ultimi ritocchi al soundcheck (!??!?). Allucinante.
Sono quasi le 22:30 quando FINALMENTE comincia la musica. Apre “Authority Song” che ha un ritornello facile facile che Mellencamp lascia cantare al pubblico. Titta si unisce al coro, anche grazie a Cosmic che fa da gobbo.
La band è davvero notevole. Spicca il chitarrista, bravissimo. Grande importanza hanno anche le esecuzioni della violinista, che hanno uno spazio sempre significativo negli arrangiamenti.
Nonostante un cretino col cappello a falde larghe continui a fare foto con un flash che fungerebbe perfettamente come faro marittimo, ce la stiamo godendo.
Inizia poi una lunga sessione acustica durante la quale Titta, nonostante l’ignoranza Mellencampiana riconosce alcuni brani ascoltati per radio o televisione, tra cui “Small town”, che forse sarebbe stato meglio lasciare elettrica (su questo con Cosmic si concorda) e una toccante “Longest days”.
Poi si ritorna all'elettricità e gli ultimi brani sono entusiasmanti, fino al finale, durante il quale Mellencamp trascina sul palco dal pubblico un ragazzino (incredibile, un ventenne!) e canta insieme a lui. Divertente, l'unico momento di calore verso il pubblico. Dopodichè John ringrazia e se ne va. Ci aspettavamo un paio di bis, invece i roadies iniziano immediatamente ad impacchettare gli strumenti, togliendoci ogni speranza.
Questa mossa lascia tutti sbigottiti e delusi. Cosmic è senza parole:
- Ma come…
- E “Hurt so good”?!?
- E “Human wheels”?!?
- E “Paper in fire”?!?
- E “Wild night”?!?
- E...
- Coraggio Cosmic, non aggrapparti alla transenna, vieni via.
- Ma no, aspetta…E “Key west intermezzo”?!?
C'è un limite oltre il quale l'atteggiamento scorbutico della star diventa quasi disprezzo, e il nostro John a farci star male c'è riuscito piuttosto bene. Nonostante la bravura della band e la bellezza dello spettacolo, se ne esce con la sensazione di essere stati un po' presi in giro, di aver assistito ad un'esibizione preconfezionata, fresca come la Coca cola quando sei assetato o gustosa come il Big Mac quando sei assalito dalla fame chimica, ma sempre uguale dovunque andrà. Se ci andrà…
domenica 10 luglio 2011
To remind me
I was where I was supposed to be
My vision was true and my heart was too
There was no end to what I could dream
I walked like a hero into the setting sun
Everyone called out my name
Death to me was just a mystery
I was too busy raising up Cain
But nothing lasts forever
Your best efforts don't always pay
Sometimes you get sick
And don't get better
That's when life is short
Even in its longest days
So you pretend not to notice
That everything has changed
The way that you look
And the friends you once had
So you keep on acting the same
But deep down in your soul
You know you, you got no flame
And who knows then which way to go
Life is short even in its longest days
All I got here
Is a rear view mirror
Reflections of where I've been
So you tell yourself I'll be back up on top some day
But you know there's nothing waiting up there for you anyway
Nothing lasts forever
And your best efforts don't always pay
Sometimes you get sick
And you don't get better
That's when life is short
Even in its longest days
Life is short
Even in its longest days
Qui c'è il video dell'esecuzione di ieri sera a Vigevano
domenica 12 giugno 2011
E poi siamo arrivati alla fine...
Lo so che sembra un gran piangersi addosso e che cose del genere accadono tutti i giorni in tutti gli ambiti lavorativi.
Speravo che almeno umanamente avrei sentito di aver fatto la cosa giusta, e invece no.
sabato 21 maggio 2011
Against Fashion 2
sabato 14 maggio 2011
ANSIE
mercoledì 11 maggio 2011
Babbei
domenica 8 maggio 2011
RAGE
Vi ho parlato più volte del mio lavoro, e spesso vi ho detto quanto poco sia pagato, regolamentato, riconosciuto.
Infine pensate a come si possa sentire un'assistente quando si sente dire che il corso è per stabilire che cosa LEI deve fare e perchè sia capace di far rispettare il patto educativo tra scuola e famiglia.
domenica 1 maggio 2011
Oppio di popoli
In questo giorno che deve essere dedicato a un valore laico come il lavoro, la chiesa cattolica celebra la beatificazione di Giovanni Paolo II alias santosubito. Non so voi, mai io vedo quest'evento come un contributo al tentativo di alcuni di svuotare di significato la data del Primo Maggio.
Ecco, è questa la cosa più assurda. Gente che si appropria di parole come AMORE e CONDIVISIONE sembra avere il più assoluto disprezzo per la parola RISPETTO (delle idee altrui). O con me, o contro di me, o dentro, o fuori. Detto tra noi, se Dio è un tipo in gamba come dicono, credo proprio che non approvi un sentimento del genere.
giovedì 21 aprile 2011
La mente divisa
sabato 16 aprile 2011
Buona Giornata!
Così, perchè non perdo il vizio, perchè sono arrabbiata col mondo ed in particolare con questo paese patetico, perchè ho bisogno di sapere che c'è ancora qualcuno che prende una parte estrema e decisa senza mediare sempre come Don Abbondio, perchè mi piace e basta, pubblico una bella foto del Pierpaolo Capovilla...
venerdì 15 aprile 2011
Rokko e Tico
domenica 10 aprile 2011
Ordinary
giovedì 31 marzo 2011
Lady Letizia
Come hell or high water
lunedì 7 marzo 2011
Le parole per non dirlo
domenica 27 febbraio 2011
EEEEEEEEEEEEHHHH??!?!?!
domenica 20 febbraio 2011
mercoledì 9 febbraio 2011
Finesse...
Qualche anno fa, quando Tiziiana Maiolo era Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Milano, una ragazza rimase uccisa in un cassonetto per i vestiti usati della Caritas, nel tentativo (era inverno) di recuperarne qualcuno. Il commento dell'Assessore fu qualcosa del tipo "Stava rubando".
mercoledì 2 febbraio 2011
The kids aren't alright 2
venerdì 28 gennaio 2011
The kids aren't alright
Ovviamente tutta la faccenda è disgustosa, ma se si supera la fase "emotiva" (chiamiamola così), emergono altre considerazioni.
mercoledì 26 gennaio 2011
Pit Stop
Un Americano a Milano
Sabato scorso eravamo al bar del nostro amico Mario. Lui è un fan esagerato di Elvis, canta e durante i tanti anni di attività ha incontrato un pò tutti i pezzi grossi della scena Italiana degli anni 60/70/80.
mercoledì 19 gennaio 2011
He did it his way
mercoledì 12 gennaio 2011
E se bussassi alla tua porta (stanotte)?
What if I came knocking
On your front door some night?
Would you open the window
And drop me down the key?
What if I came knocking
On your bedpost that same night?
Would you open up your heart
Or try to get the best of me?
What if I came knocking
On your brain the next day
And ask for your truth and your love and your honesty?
Would you build up your big walls
And try to hide behind that smile
Or would you try to pull the wool right over me?
So what if I came knocking?
So what if I came knocking?
So what if I came kicking
And it scared you a little bit,
And I came on strong
Would you think
That there's something wrong with me?
Or could it be your fears
Of trying something real
Or just afraid to touch
A guy like me?
What if I came knocking?
What if I came knocking?
What if I came knocking
On your front door some night? Ahh
So let's just say it worked out
Like a storybook dream
And we lived happily ever after.
Fa la la la.
But what if I came crying
After just a few weeks
And said I misread my heart,
This is not really meant to be? yeah
So if you hear some knocking
On your window tonight
You can bet that it's probably me.
But let it be known
That we're just a pair of tumbling dice
And the outcome of these crap shoots
Is hard to see.
So what if I came knocking?
So what if I came knocking?
So what if I came knocking
On your front door tonight? Ahh
So what if I came knocking?
Knock, knock, knock, knock, knock, knocking
Kick, kick, kick
What if I came knocking
On your front porch tonight, tonight?
by John Mellencamp
venerdì 7 gennaio 2011
Fissazioni
Tempo fa ho scritto dell'ossessione del mio fidanzato per le pulizie. Potrei entrare nel particolare analizzando la sua idea di pulito (che per me è più un'apparenza) e la mia (che si avvicina a quella dei miei genitori, più lindi di un chirurgo) ma non voglio annoiarvi.