lunedì 15 giugno 2009

Chuck Palaniuk -La scimmia pensa, la scimmia fa

Chuck Palaniuk può sembrarvi matto. Può sembrarvi il solito americano fuori di testa che ha trovato nella follia del suo paese un filone succoso per alimentare la propria penna e di conseguenza il proprio conto in banca; oppure potete prenderlo per un tizio che a causa della sua travagliata infanzia e della scioccante, incredibile fine di suo padre, trova divertente esplorare il lato più bislacco e macabro della vita.
Potrebbe essere.
Leggendo questo libro io ho avuto però un’impressione diversa e cioè che sia uno di quelli che dicono sempre di sì. Sì a qualunque esperienza: dall’ordinare un allungapene a suzione per corrispondenza, a dissezionare cadaveri insieme alla propria amica aspirante medico, Chuck non si tira mai indietro, si butta sotto il treno degli eventi consapevole dei rischi e dei propri sentimenti.
E poi ne scrive.
Veniamo così a conoscenza da questa raccolta di articoli non solo (e non tanto) dell’esistenza del “Festival del Testicolo”, del “Demolition Derby” delle mietitrebbia o di un gruppo di folli che si diverte a costruire ed abitare castelli in stile medievale o i retroscena del mondo della lotta non professionistica Americana, ma molti particolari sulla storia e sul pensiero lucidissimo di Palaniuk.
Scopriamo che ha fatto uso di steroidi cercando di ottenere un fisico scolpito e che va matto per i libri di Ira Levin (l’autore di “Rosemary’s Baby”), che ha letto Mark Richard (uno scrittore che probabilmente in Italia sono l’unica a conoscere), che non crede ai fantasmi e che quando si recò ad Hollywood aveva una terribile infezione al cranio.
Parlando del mondo e di ciò che vi accade parla di sé e attraverso l’analisi delle proprie sensazioni, dei propri pensieri segreti, delle sue esperienze, ci restituisce un’immagine della realtà limpida e tagliente che ci assomiglia molto e a volte fa paura.

Il cerchio si chiude.
Chuck si espone, senza giudicare, senza autocensure e con una buona dose di autoironia. L’elemento più forte della sua scrittura, è questa mancanza di limiti che la rende eccitante, adrenalinica e disturbante.
In quest’ottica gli incontri con Marilyn Manson o Juliette Lewis finiscono quasi per perdere interesse…chi se ne importa di gente così banale quando possiamo avere il punto di vista di una persona interessante come Palaniuk?

Di tutti i pezzi della raccolta forse il più emblematico è l’ultimo, “Premi di consolazione” in cui sono narrate le circostanze in cui l’autore ha vissuto i giorni del suo primo successo letterario (“Fight Club”): mentre la sua vita prendeva una piega verso la fama e la ricchezza, suo padre veniva ucciso a fucilate da uno psicopatico. La realizzazione dei tuoi sogni corrisponde con una tragedia che ti segnerà per sempre, la “svolta” della tua vita con il disastro assoluto.
Succedono un sacco di cose strane.