venerdì 28 gennaio 2011

The kids aren't alright

Lo scandalo sulle notti di Arcore e la partecipazione di prostitute minorenni ai presunti festini mi sta dando da pensare.
Ovviamente tutta la faccenda è disgustosa, ma se si supera la fase "emotiva" (chiamiamola così), emergono altre considerazioni.

Penso a queste giovani che si prostituiscono e dico la prostituzione a volte è perfino una scelta, contente loro...Ma queste donne non si accontentano dei soldi, per tanti che siano. E nemmeno di fare le veline o le presentatrici...No, vogliono un posto a Roma, vogliono fare i ministri, avere delle cariche pubbliche. E' un pò come se un cieco pretendesse di guidare una Ferrari in gara...Con le conseguenze che si possono immaginare.
Questo sistema -sta qui lo scandalo- glielo lascia desiderare e se sono abbastanza "meritevoli" trasforma in realtà quello che da un'altra parte sarebbe considerato un delirio d'onnipotenza di qualche fighetta fuori di testa. Ma peggio ancora, l'opinione pubblica finisce col ritenere normale questo genere di avvenimento, avere un'igenista dentale come consigliere regionale o una modella di calendari come ministro delle pari opportunità.

Da qui genera poi la perversione che trasforma alcuni disgraziati genitori in ruffiani che vendono al "sultano" la loro prole. Ci s'indigna giustamente per la prostituzione minorile nei paesi del terzo mondo, ma quando avviene qui, nei confini Italiani non c'è indignazione, anzi, alcuni plaudono a tanta furbizia. Vien da pensare che sia solo una questione di prezzo, non val la pena di vendere una figlia per qualche dollaro come avviene in Thailandia, a Cuba, in Messico, bisogna chiedere ben altro: posti statali, ingaggi televisivi, buste contenenti migliaia di euri.

E che tipo di valori possono avere ragazze con genitori così? Quale può essere la loro idea di carriera? Di quale relazione affettiva o d'amicizia possono essere capaci?
In un'intercettazione Nicole Minetti dice che Berlusconi gli ha rovinato la vita...beh, non solo la sua, con la sua logica di scambio l'ha rovinata ad un sacco di ragazze e ragazzi, un sacco davvero.

mercoledì 26 gennaio 2011

Pit Stop

Dopo quattro mesi di frenetica attività e vari casini, le acque si stanno quietando. No, anzi, tutto si sta fermando.
Il libro d'Italiano per Stranieri per il quale sto disegnando dall'agosto scorso è fermo, mi è stato detto che la casa editrice a cui l'autrice l'aveva proposto l'ha rifiutato. Lei però non me lo ha ancora comunicato ufficialmente. Nel dubbio ho rallentato i ritmi di produzione fino al coma.
Il mio ragazzino inizia a febbraio uno stage di due mesi. Questo dovrebbe allentare l'attività a scuola e favorire i miei studi universitari.
Dovevo iniziare un lavoro sempre con persone sorde a febbraio ma per un malaugurato inghippo burocratico unito alla mia buona educazione (qualcuno ha detto che la buona educazione uccide. E' vero) temo che sfumerà a favore di un mio collega.
L'attività dell'associazione culturale alla quale ho aderito non è ancora partita e con tutti gli impegni delle donne che ne fanno parte chissà quando inizierà a macinare.
Anche altri gruppi di lavoro sempre nell'ambito della sordità sembrano caduti in letargo.
Restano il teatro e l'università.
Questa pausa ci vuole e anche se sarei tentata da nuove offerte di lavoro non ho il coraggio di accettarle e fare cambiamenti, mettermi in nuove situazioni ed affrontare un mare di nuovi problemi. Non adesso, davvero. Ho bisogno di un restart.
Spero solo che la furia lavorativa dei mesi scorsi porti frutti, anche economici visto che l'ultimo stipendio risale a novembre 2010...



Un Americano a Milano


Sabato scorso eravamo al bar del nostro amico Mario. Lui è un fan esagerato di Elvis, canta e durante i tanti anni di attività ha incontrato un pò tutti i pezzi grossi della scena Italiana degli anni 60/70/80.
Il suo bar è un inno alla musica ed ai suoi amici. E sabato scorso appunto, è venuto a trovarlo un suo amico. Dopo qualche telefonata dalla porta è entrato un rockabilly. Ciuffettone laccato, jeans con la riga, stivaletti da cowboy, non mancava proprio niente.
Si è seduto al nostro tavolo e ha cominciato a chiacchierare con Mario, dopo dieci anni che non si vedevano avevano un sacco di cose da dirsi: il nostro ospite (che possiede una vera Cadillac verde con le pinne!) era appena tornato dagli USA dove si era fermato per diverso tempo, yeah. Purtroppo, a causa di un artbrek ha deciso di tornare in patria, al suo lavoro al policlinico(!).

Ero affascinata: l'intercalare in Americano ("Daniela, dammi uno scoc, please, un Gionni Uolckr. Sì, il litro di vino bianco lo finisco dopo") gli scattini della testa, lo sguardo obliquo e piacione, la camicia aperta sui peli del petto e gli occhiali Rayban, mancavano solo il piatto di spaghetti e la bottiglia di vino di Alberto Sordi, avrei potuto urlare.

Mario ha attaccato a parlare di un ragazzo che ha istruito per diventare sosia di Elvis e che ora lo fa di lavoro. L'ospite si sporge verso di me e dice complice: "Io non amo imitare altra gente...". Ho risposto diplomaticamente mentre pensavo che forse Elvis non lo imita ma sicuramente qualche citazione la fa...
Poi, per mostrarci che la sua ugola è ancora in tiro nonostante l'attuale inattività musicale ("Noffing et de moment!" ha risposto alla domanda di Mario sui suoi attuali progetti discografici) ha preso la chitarra appesa al muro e ci ha cantato un paio di canzoni rock n'roll, niente male, devo dire. Sembrava di essere sotto il palco di un concerto: mi aspettavo che zompasse sul tavolo, ma si è contenuto.
Poi, improvvisamente s'è interrotto a metà di una canzone, è scattato in piedi ed è andato a fumare in maniche di camicia! fuori. Solo per questo gesto di sprezzo verso le temperature artiche si sarebbe meritato il titolo di "Simpatico Sbruffone 2011".

A questo punto il fidanzato m'ha richiamato all'ordine: c'era da fare la spesa...Peccato, non sono incontri che si fanno tutti i giorni questi!

mercoledì 19 gennaio 2011

He did it his way

Siamo forse agli sgoccioli dell'era di Mr B: travolto nuovamente e più sonoramente dall'inchiesta sulle notti alla villa di Arcore, da cui emergono particolari raccapriccianti e talora ridicoli.
I giornali ne sono pieni, le tv ce li elargiscono a piene mani. L'immagine di un uomo di Stato, anzi di uno stato che prima aveva la S maiuscola e sotto la sua guida s'è trasformato in una barzelletta per tutto il mondo, si sta sgretolando, per rivelare qualcosa di peggio di quello che ci eravamo immaginati.
Dentro quel rigido vestito che costa milioni, quelle scarpette col rialzo, sotto quei capelli trapiantati e lo spesso cerone c'è un uomo anziano, terrorizzato dalla vecchiaia, sfruttato e imbrogliato dai suoi "amici", all'inseguimento di una bella gioventù che è disposto a pagare, pur di illudersi di esserne all'altezza e che -lo sa bene- se non fosse così ricco e potente lo prenderebbe a calci in culo.

In fondo era quello che voleva, lo sapeva perfettamente mentre recuperava i suoi adepti qua e là a suon di milioni, sapeva che gli erano fedeli e che lo avrebbero servito finchè fosse stato in grado di foraggiarli.

Fa senso. Ma più ancora fa senso l'idea che con quest'impero moderno verrà a sgretolarsi una parte consistente della realtà costruita da Mr. B che non si limita alle televisioni, ma comprende scuole private, supermercati, banche e un mucchio di altre cose che hanno dato forma in questi anni ad esistenze preconfezionate che improvvisamente appariranno per quello che sono. Posso immaginarmi le persone che hanno vissuto in questo "paese delle meraviglie" mentre gli crolla la facciata del palazzo dove lavorano e scoprono che cacchio, era una scenografia di cartapesta, guardano meglio il diploma di recupero di anni scolastici del figlio e vedono che è scritto su un foglio di quaderno, entrano in banca e si accorgono che è finta tutta intorno a loro e gli impiegati sono solo figuranti delle televendite.

Ci ha trasformati (con la nostra connivenza) in sue creature, a sua immagine e somiglianza. La sua dipartita politica è come la fine di un incantesimo che ci aveva trasformato in un qualcosa di incredibile, una massa di illusi che credono di essere fighi e non lo sanno ma sui jeans di D&G hanno le pezze.
E rotto l'incantesimo, ognuno potrebbe tornare al proprio posto: le consigliere regionali ritornerebbero ad essere igieniste dentali, alcuni ministri tornerebbero commercialisti, ognuno smetterebbe la maschera e tornerebbe ad interpretare il vero sè stesso.
Sarebbe come svegliarsi da un sogno che abbiamo ritenuto vero, una bugia nella quale alcuni si sono cullati ed altri non hanno voluto addormentarsi, come ne "L'Invasione degli ultracorpi".
Sarebbe ora. Sarebbe ora che suonasse la sveglia.

mercoledì 12 gennaio 2011

E se bussassi alla tua porta (stanotte)?

Non riesco a togliermi dalla testa questa canzone


What if I came knocking
On your front door some night?
Would you open the window
And drop me down the key?
What if I came knocking
On your bedpost that same night?
Would you open up your heart
Or try to get the best of me?

What if I came knocking
On your brain the next day
And ask for your truth and your love and your honesty?
Would you build up your big walls
And try to hide behind that smile
Or would you try to pull the wool right over me?

So what if I came knocking?
So what if I came knocking?
So what if I came kicking
And it scared you a little bit,
And I came on strong
Would you think
That there's something wrong with me?
Or could it be your fears
Of trying something real
Or just afraid to touch
A guy like me?

What if I came knocking?
What if I came knocking?
What if I came knocking
On your front door some night? Ahh

So let's just say it worked out
Like a storybook dream
And we lived happily ever after.
Fa la la la.
But what if I came crying
After just a few weeks
And said I misread my heart,
This is not really meant to be? yeah

So if you hear some knocking
On your window tonight
You can bet that it's probably me.
But let it be known
That we're just a pair of tumbling dice
And the outcome of these crap shoots
Is hard to see.

So what if I came knocking?
So what if I came knocking?
So what if I came knocking
On your front door tonight? Ahh
So what if I came knocking?
Knock, knock, knock, knock, knock, knocking
Kick, kick, kick
What if I came knocking
On your front porch tonight, tonight?


by John Mellencamp


venerdì 7 gennaio 2011

Fissazioni




Tempo fa ho scritto dell'ossessione del mio fidanzato per le pulizie. Potrei entrare nel particolare analizzando la sua idea di pulito (che per me è più un'apparenza) e la mia (che si avvicina a quella dei miei genitori, più lindi di un chirurgo) ma non voglio annoiarvi.
Vi racconterò invece delle sue fissazioni, che danno a lui l'illusione di un mondo più lindo e a me una gran rottura di palle.

Abbiamo appena trascorso qualche giorno nella sua casa in campagna. L'ultima volta ci eravamo stati l'estate scorsa e l'avevamo lasciata scintillante, come nuova. Appena entrati, mentre io mi occupo della gatta che è un pò sconvolta dal viaggio, lui comincia ad andare su e giù, controllando le stanze. Arriva in cucina e mi dice soddisfatto "L'abbiamo pulita per benino la casa!".
Però chissà com'è, non passa un minuto con me. E' in perenne movimento, lo sento trafficare, prendere la scopa combinare e scombinare. Quando salgo al piano di sopra mi pare non ci sia niente di diverso.
Poi, una sera mi rivela un orribile segreto: l'acqua del luogo contiene molto calcare.
E allora?
Allora ha visto un accenno di calcare sullo scarico della doccia, ma non sa come pulirlo, dato che grattare non si può e nemmeno si può usare l'anticalcare. Trattengo un chissenefrega e aspetto il resto, che puntualmente arriva:
"Bisogna asciugare bene la doccia"
"?"
"Quando usi la doccia la devi asciugare bene, assicurati che l'acqua dal piatto finisca nello scarico e poi asciuga lo scarico."
Così mi ritrovo a pulire la doccia dall'interno, mentre ancora ho addosso l'accappatoio.
Non solo. Per la stessa ragione, ogni volta che mi lavo le mani devo asciugare il lavandino.
Se questo non fosse abbastanza trovo immancabilmente tutti i lavandini col tappo chiuso. Perfino la vasca da bagno. Tu vai per lavarti i denti, ti fermi un secondo di più a guardarti nello specchio, ed il lavandino si sta riempiendo d'acqua e schiuma.
Il motivo di cotesta nuova usanza non lo so. A Milano dice che arriva cattivo odore dalle tubature, ma qui...pare un pò strano. Comunque mi sembra un'assurdità.
Vi faccio notare che a fronte di tanto zelo, lui comunque non passa mai l'aspirapolvere nè in campagna nè a Milano...

E poi va in crisi per la spazzatura. In campagna fanno la raccolta differenziata, i sacchi vengono ritirati in giorni diversi e abbiamo quattro tipi di sacchi diversi. Ora, è possibile che non faremo in tempo a farci ritirare tutto, ma dato che ci sono delle campane della differenziata sulla strada del ritorno, perchè farsi tante menate? Perchè meditarci tutti i giorni? Che giorno ritirano la plastica? Ah, ma è festivo. E il secco non riciclabile? Una vera paranoia. E poi oggi parte per portare alle sopracitate campane la monnezza e mi saluta dicendo "Io vado a portare la spazzatura" con l'aria di chi va in Mission Impossible...

A chiudere (ma ce ne sarebbero altre da raccontare) il nostro Capodanno: arriva la mezzanotte, sono al telefono con mia zia e passeggio per il salotto, inavvertitamente colpisco con un piede un piattino con una candela, che avevo messo per terra per cercare di creare un minimo di atmosfera nella stanza. Si rovescia un pò di cera sul pavimento. Non è una tragedia mi pare, son piastrelle, verrà via. E invece, prevedibilmente, mi becco la prima ramanzina dell'anno, manco avessi rovesciato un martello pneumatico acceso, su quel cazzo di pavimento.
Poi ditemi se non mi devo incazzare...