venerdì 29 gennaio 2010

L'angolo della cultura di One More Cup!


La scorsa settimana sono andata a vedere la mostra di Edward Hopper a Milano.
Hopper è il pittore che meglio ha saputo cogliere l'America: le sue tele non possono essere che Americane, le case, gli ambienti, i suoi personaggi e la malinconia che emanano, tutto ci riporta ai libri che abbiamo letto, alla musica che abbiamo ascoltato, a quel sogno che al di qua dell'oceano ancora ci affascina.

Quando per tanti anni si attende una mostra monografica di un pittore tanto noto, il rischio è di rimanere delusi. Ci si aspetta di vedere tutti i quadri più famosi, quelli di cui abbiamo comprato tante cartoline o che abbiamo sfogliato sui libri di storia dell'arte. Quasi sempre non è così. Magari uno dei pezzi forti della produzione del nostro eroe verrà esposto, finirà sui cartelloni pubblicitari e costituirà il clou dell'esposizione, ma gran parte della mostra sarà costituito da materiale di seconda scelta e di poco valore artistico.

La mostra di Hopper non contiene che due o tre quadri importanti o quanto meno molto conosciuti. Ci sono però moltissimi schizzi, acquarelli, studi. C'è un'installazione in cui viene ricostruito l'interno di uno dei quadri di Hopper ed è possibile entrarci e vedersi in uno schermo, come se noi fossimo nel quadro.
E non è fuffa, è materiale buono ordinato secondo uno schema preciso, non buttato lì alla bell'e meglio.
Dunque diciamo che la mostra di Edward Hopper può deludere fortemente chi, abbagliato da una campagna pubblicitaria un pò ruffiana, si sia illuso di vederci quadri come il celeberrimo "Nighthawks" e chi alle mostre ci va tanto per dire che c'è stato (ahimè, c'è anche questa moda ultimamente, vedi le grandi mostre di Brescia e Mantova degli scorsi anni). Coloro invece che hanno un genuino interesse per il pittore e la pittura e per la genesi di un quadro, saranno solo in parte delusi, e sapranno cogliere il buono di quest'esposizione che -comunque- è stata pubblicizzata in modo furbo.

Nella foto "New York Movie" di Edward Hopper, 1939

Pubblicità occulta



Oggi compro il giornale per leggere gli articoli sulla morte dello scrittore J.D. Salinger. Già che ci sono me lo leggo tutto e arrivo all'ultima pagina. C'è una pubblicità di una celebre catena di
fast food, anzi "la" catena di fast food. Si parla di uno splendido hamburger che "incontra gli ingredienti tipici della nostra tradizione" . Cosa c'è di strano?
C'è che in alto a sinistra nella stessa pagina, nella stessa pubblicità, è stampato bello grosso lo stellone della Repubblica Italiana con la scritta "Con il patrocinio del Ministero delle Politiche Agricole Alimetari e Forestali".
Eh? Che cosa vuol dire? Che dovremmo fidarci di questa catena perchè il nostro governo la trova salutare?
Non lo so, qualcuno me lo spieghi perchè io non lo capisco...

martedì 26 gennaio 2010

Talk to me

Una bella intervista al Teatro degli Orrori! Cliccate...QUI!

domenica 24 gennaio 2010

Tromboni d'Italia


Per la serie: quando esce il fan integralista e assetato di sangue che è nascosto (male) in te. Sul rinnovato magazine del Corsera (che ohiboh, quale innovazione, è tornato a chiamarsi Sette!), MarioLuzzatoFegiz (scritto così, tuttoattaccato), nel suo piccolo box/corsivo, dice la sua sul Teatro degli Orrori. Già dal titolo dell'articolo ("Ai giovani piace il rock invettivo"), mi chiedo chi gliel'abbia fatto fare.

Non la capisce proprio MLF la band di Capovilla.

Non si capacita di come il disco sia primo alla trasmissione di radiodue Mobydick ("incredibile"), definisce la loro musica "fra rock duro e pretese di cantautoriali"; sostiene che "lascia perplessi la veemenza della loro musica (stile centro sociale duro e puro)"; afferma che i missaggi sono "impastati, disordinati e sciatti" e che "la propensione all'invettiva lascia perplessi". Conclude con un ispirato "l'ascolto completo risulta pesante, ma hanno un seguito".

De gustibus, neh, guai la madonna. Però infastidisce questo atteggiamento altezzoso di uno che le ha viste tutte e che è lì che scuote la testa in segno di disapprovazione mentre batte pigramente le dita sulla tastiera del computer per scrivere il pezzo.

Ci sarebbero da dirgli tante cose, sui TDO, a MLF, che abbracciano altri generi oltre all rock pesante, che sono poetici, che i loro testi sono ricercati, che emozionano, che fanno pensare, che risvegliano le coscienze, che centrano più con Gaber che con il Leonka, che...

Vabbeh, mica posso stare qui tutto il giorno a spiegare a MarioLuzzatoFegiz il senso dei TDO. Se lo faccia insegnare da Vincenzo Mollica.

Ups.

sabato 16 gennaio 2010

The banjo of Gods

Questo deve per forza essere il concerto più improbabile tra quelli organizzabili in Italia. A marzo calano per due date i buzzurrissimi signori del blugrass metal, gli Hayseed Dixie!!! Se il nome vi ricorda qualcosa è perchè è così che si pronuncia la ragione sociale del gruppo di Angus Young, al quale gli americani hanno dedicato un intero album di tributo.
Pur essendosi specializzati in cover, hanno anche pubblicato inediti ,ovviamente in stile blugrass, come il recente No covers (2009).
Di imminente uscita Killer grass.
Saranno a Torino (Spazio 211) e a Milano (Magnolia), rispettivamente il 30 e il 31 marzo.
Qui sotto la loro cover di Ace of spades dei Motorhead, così tanto per gradire...



venerdì 1 gennaio 2010

Canzone di Capodanno!


"Fallo!" di Zu insieme con Il Teatro degli Orrori! Perchè nel 2010 troviamo il coraggio di fare ciò che sognamo! AUGURI!
FALLO!
fammi vedere
che cosa sai fare
e che non fingi
quando ne parli
come quei cialtroni
che dicono sempre
che lo vogliono fare
e poi non lo fanno MAI!
FALLO!
FALLO!
FALLO!
avrei voluto tanto farti
vedere come si fa
ma tu eri sempre cieco,
eri sordo
eri muto
eri ubriaco
uno che quando lo farà
sarà sempre troppo tardi
ma che dico
sarà forse troppo presto
FALLO!
FALLO!
a Dio ciò ch'è di Dio
a Cesare ciò ch'è di Cesare
eccoti qui
quando più lontano
eccoti altrove
quando più vicino
eccoti giusto
quando più sbagliavi
FALLO!
eccoti morto
quando più vivevi
eccola qua
la persona che sei
e non venir mai più a parlarmi di Dio
le credenze popolari essendo
nient'altro che uno fra i tanti
onirici frutti
della nostra sciocca immaginazione
FALLO! ad infinitum
se non sai cosa fare
FALLO!
e adesso che sai cosa devi fare
FALLO!
e che giustizia sia
avendo io fondato la mia causa
su di un bel niente
non mi accontenterò della libertà
a morsi e bocconi
sarò ragionevole!
con le buone o con le cattive
FALLO!
io mi prendo tutto ciò che respiro
e poi me lo vendo
più bello che mai
e finalmente deforme
ché io lo faccio come
quando
e con chi mi pare
caro il mio avvocato
pare che si dica
che non me la sia sentita
di precipitare
dentro alla storia degli eventi
che intercorrono fra il dire ed il fare
fra il dire e il fare
FALLO!
fra il dire e il fare
c'è di mezzo il mare
ma del mare
meglio non dire