sabato 29 agosto 2009

Secretary!



Ah, "Secretary", che film. piccolo, intelligente, raffinato.
La storia di una masochista (Maggie Gwyllenal) e del suo capo sadico (James Spader) era piuttosto "pericolosa" e poteva finire molto male, mi vengono in mente altri film indipendenti e vagamente trasgressivi come "Clerks" (che nonostante le recensioni favorevoli ho trovato abbastanza brutto) o "Me and you and everyone we know" (inqualificabile). Invece, il regista Steven Shainberg è stato in grado di trarne una pellicola molto particolare e divertente. Beh, insomma, non tutti quelli a cui l'ho proposto si sono fatti delle gran risate, ma io sì.

Dicevamo, Lee è una giovane masochista che usa il dolore fisico come sfogo per le sofferenze create dalla sua situazione familiare.
Di ritorno dall'istituto dove era stata spedita quando la madre aveva scoperta questa sua tendenza, si trova a non saper cosa fare della propria vita. Decide di frequentare una scuola di dattilografia, si diploma a pieni voti e comincia a cercare un lavoro.
Lo trova, nello studio di un bislacco avvocato, da cui è molto attratta. Contemporaneamente riceve (ed accetta) la corte di un vicino di casa, che come lei ha avuto problemi psicologici. In breve, l'avvocato si scopre essere un sadico che ama le punizioni corporali, almeno quanto Lee.
Oltre ad essere una commedia molto originale, è anche una storia sull'evoluzione personale e la presa di coscienza della propria sessualità da parte di una giovane donna, che accettando la particolarità dei propri desideri riesce a liberarsi dalle paranoie e dai drammi della famiglia e di un destino preconfezionato, conquistando l'uomo che ama e una vita veramente sua.

Realizzato con poco denaro ha delle scenografie quasi fiabesche (lo studio dell'avvocato, la camera da letto di Lee, rimasta come quando era bambina, la lavanderia con ristorante) a volte è davvero surreale. James Spader non è solo affascinante, dimostra che se gli avessero offerto parti migliori e più varie sarebbe stato in grado d'interpretarle, mentre Maggie Gwyllenal è brava nella sua metamorfosi da post adolescente terrorizzata a donna adulta, quasi pantera.

Lo sguardo di Lee nel finale pare dirci che per quanto possa sembrare bizzarra questa è la sua felicità e se abbiamo coraggio noi possiamo avere la nostra.
Se non l'avete ancora visto, recuperatelo.

venerdì 28 agosto 2009

The ties that bind

Sai, Giuliano ha una storia un pò strana...La sorella, s'è sposata con quest'uomo e siccome sua madre era vedova e il padre del marito pure...insomma, hanno cominciato a frequentarsi.
Poi, però le cose sono andate male. Il marito della sorella adesso ha un amante, sai? Così anche la madre ha rotto la relazione col consuocero...Ma, non ci crederai, Giuliano per un pò è uscito con la sorella di suo cognato...

domenica 23 agosto 2009

Dave Devant and his spirit wife "I'm not even gonna try"


Invece io ci ho provato, ma questo video sul post non risco proprio a caricarlo. Beh, almeno vi incollo il link per andarvelo a vedere... http://www.youtube.com/watch?v=zA68qicgV2A
Dave Devant vi dà la sua ricetta di vita...

mercoledì 19 agosto 2009

Bob Dylan "Hard Times"


In realtà si tratta di un traditional contenuto nell'album "Good s I been to you". Quando l'ascoltai uscivo da un periodo molto brutto della mia vita. Perciò la pubblico come una specie di formula magica, per coloro che stanno passando dei tempi duri, perchè passino e non tornino più.

Let us pause in life's pleasures and count its many tears
While we all sup sorrow with the poor
There's a song that will linger forever in our ears
Oh, hard times, come again no more.

'Tis the song, the sign of the weary
Hard times, hard times, come again no more
Many days you have lingered all around my cabin door
Oh hard times, come again no more.

While we seek mirth and beauty and music light and gay
There are frail forms fainting at the door
Though their voices are silent, their pleading looks will say
Oh, hard times, come again no more.

'Tis the song, the sign of the weary
Hard times, hard times, come again no more
Many days you have lingered all around my cabin door
Oh hard times, come again no more.

There's a pale drooping maiden who toils her life away
With a worn heart, whose better days are o'er
Though her voice it would be merry, 'tis sighing all the day
Oh, hard times, come again no more.

'Tis the song, the sign of the weary
Hard times, hard times, come again no more
Many days you have lingered all around my cabin door
Oh hard times, come again no more.

'Tis the song, the sign of the weary
Hard times, hard times, come again no more
Many days you have lingered all around my cabin door
Oh hard times, come again no more.

venerdì 14 agosto 2009

"Sun hits the Sky" SUPERGRASS!


I know a place where the sun hits the sky,
Everything changes and blows out the night,
Everyone knows why my tongue can't be tied,
'Cause I want to live where the sun meets the sky,

I am a doctor, I'll be your doctor,
I'm on my way, you won't come down today,
Live for the right things, be with the right ones,
Or they'll hold you down, they'll turn your world around,

Well, I just don't know why the sun hits the sky,
Everyone changed as they turned out the light,
Living is easy with time on my side,
'Cause I want to live where the sun meets the sky,

I am a doctor, I'll be your doctor,
I'm on my way, and you won't come down today,
Live for the right things, be with the right ones,
Or they'll hold you down, they'll turn your world around,

I am a doctor, I'll be your doctor,
I'm on my way, and you won't come down today,
Live for the right things, be with the right ones,
Or they'll hold you down, they'll turn your world around,

giovedì 13 agosto 2009

Sulla strada con Tom Petty- Higway Companion


Non so perchè, ma nonostante l’estrema simpatia che provo per Tom Petty (ricordo di averlo disegnato una volta come un becchino che insieme a Bob Dylan scavava buche con la chitarra) e l’affinità con la sua musica, non mi sono mai comprata un suo cd.

Mi sono guardata e riguardata i suoi vecchi video (“Don’t come around here no more” è ancora uno dei più divertenti e azzeccati mai prodotti), l’ho ascoltato alla radio, l’ho seguito come Travelin’ Wilbury…Ma un disco suo non me lo sono mai preso.

Mai dire mai. Grazie ad alcuni cittadini di Livorno che pietosamente aprono i negozi la domenica dando rifugio agli sfigati arrivati con un anticipo di 6 ore sull’orario d’imbarco per la Sardegna e grazie al mitologico cestone delle offerte, mi porto via “Highway Companion” (attenzione, del 2006!) a poco più di 5 euri…Yuppiiiii!

Nelle foto del libretto allegato Tom non ha più lo sguardo inquietante da Cappellaio Matto di un tempo, è molto mite, appare quasi in difficoltà davanti alla macchina fotografica. E nonostante si tratti di un album con tutte le tonalità rock e blues e country del caso è innegabile che si senta una certa malinconia. I suoni non sono mai troppo aspri, a volte addirittura sommessi e la strumentazione è abbastanza scarna, anche considerato che il produttore è Jeff Lynne (anche lui Travelin’ Wilbury ma soprattutto ELO, vale a dire coretti e tastiere a go-go). Inoltre, suona quasi tutto Tom.

Un lavoro che da qualche altra parte avrebbero definito come “intimista”.

Il titolo è quanto mai chiaro, tutte le canzoni, con forse l’eccezione di “Damaged by love” (molto bella e moooolto triste) parlano di movimento, di andare, di cercare, di tornare.

“Saving Grace”, il blues che apre l’album , parla di un’incessante ricerca, “Square One” è una delicata ballata sul ritorno a casa,“Flinrtin’ With Time” una corsa rock in fuga dal tempo. E ancora “Down South” (un’altra ballata), “Jack”, “Big Weekend” (un allegro brano country), “Turn This car around” (altro blues) fino all’addio alla “Golden Rose” che chiude il disco.
Come ho detto sopra, c’è una malinconia che pervade tutte le canzoni, qualcosa che ha a che fare con addii, rinunce, con la ricerca del proprio posto. Sia chiaro, non è Antony and The Johnsons, non vi deprimerà. Ma sicuramente sarà un buon compagno nei momenti in cui magari volete stare soli o vi trovate a rimuginare o avete voglia di qualcosa di americano e di bello ma senza urli e chitarroni. Vi sentirete meno soli e un po’ più capiti da questo mondo.

martedì 11 agosto 2009

Waiting for Jack


Non si ferma mai, Jack White. Fa bene, intendiamoci. Tutti lo adorano, gode di ottima stampa, nessuno che gli trovi un difetto. Nemmenouno, neh!

Congedata Meg e i White Stripes, accantonati i Racounters, adesso sotto con sta nuova creautura lo-fi, i Dead Weather.
Al suo fianco come lead vocal Alison Mosshart dei Kills , e fuoriusciti vari dai Queens of the stone age, Greenhornes e Racounters stessi.

Leviamoci subito il fastidio, il disco non è mica brutto,per carità . I Cut like a buffalo, So far from your weapon, Will be there enough water e Treat like me like your mother convincono e lasciano il segno. Però, insomma. Non capisco la necessità di fare musica indie-masturbatoria quando si ha, o si presume di avere, un grande talento musicale.

Detesto fare il guastafeste (in realtà lo adoro, ma vabbeh) però se il nostro si concentrasse di più su un progetto, se decidesse cosa fare da grande, se si applicasse maggiormente.
Ecco, se si applicasse...

Mi ricorda quegli studenti che: "guardi, suo figlio è intelligente, ma non s'impegna..."

giovedì 6 agosto 2009

Fumetto: "V per vendetta"


Come forse ho detto in precedenza, non sono una lettrice di fumetti. Generalmente mi piacciono solo quelli comici, anche se per alcuni autori (Mattotti, Paz) posso fare uno strappo. E come forse ricorderete, sono rimasta estasiata da "Watchmen", sceneggiato dallo stesso Alan Moore coautore di questa serie. Si tratta di un fumetto famoso in tutto il mondo, da cui è stato tratto un film e di cui ho sentito parlare solo bene. Chiarito tutto ciò, sappiate che il mio giudizio non è quello di un esperto.
Dunque, "V per vendetta" è stato iniziato nel 1981 da Moore e dal disegnatore Andrew Lloyd. Sono gli anni del Thatcherismo selvaggio e la storia riflette il clima del paese.
Si ipotizza che dopo un conflitto mondiale l'Inghilterra sia governata da un regime che controlla tutto attraverso telecamere, microfoni, polizia ed informazioni manipolate. In nome della sicurezza nazionale ogni libertà ed ogni espressione artistica sono state abolite. Le varie parti degli organi di controllo si chiamano l'Occhio, l'Orecchio, il Dito, eccetera.
In questa situazione a dir poco oppressiva e claustrofobica (e non di meno realistica) irrompe un uomo mascherato come Cyrano, con tanto di cappello e mantello: uccide personaggi di spicco della nomenclatura, salva fanciulle, spezza l'ordine costituito. Chi è? Da dove viene? Forse non lo sapremo mai. Forse non importa.
La storia di questo fumetto è appassionante e complessa. E' impressionante constatare come con i suoi riferimenti piuttosto espliciti e la critica alla società del controllo in nome della sicurezza abbia predetto i tempi che erano a venire, quelli in cui ogni libertà sarebbe stata sacrificabile per un presunto "bene superiore".
Nessuno è pulito in questa società immaginaria, lo stato, la polizia, la chiesa, ci sono dentro tutti. E per tutti V ha una punizione. Ma il suo scopo e ben più ampio e non si fermerà come alcuni pensano.
Alan Moore è certamente un grande sceneggiatore, pazzo che più pazzo non si può, ma purtroppo qualcosa non funziona. I disegni, scusate tanto, sono proprio brutti. Così brutti che si fa una fatica terribile a distinguere i vari personaggi e si crea una grande confusione. Il personaggio femminile di Eve viene straziato dalla penna di Lloyd, a volte da una vignetta con l'altra non la si riconosce. Questo, insieme con l'impaginazione quasi identica di ogni pagina, con vignette molto piccole rende lo stile già non chiarissimo ancora più difficile da comprendere.
Secondo il mio amico Ciccio, Dave Gibbons non era all'altezza della sceneggiatura di "Watchmen", ma almeno era chiaro!
Non so se sia per questo o per un problema di traduzione, o perchè ogni tanto Moore si perde, ma verso la fine ho fatto una gran fatica a distinguere i personaggi e tutto l'intreccio. Accetto opinioni diverse.
Considerando che si tratta di una serie, forse c'è un problema di continuità o, al contrario, seguirlo mese per mese forse risultava più facile.
Nonostante tanti difetti l'originalità dell'argomento e la genialità di Moore sono lì, evidenti a tutti.
Il suo nome rimane un ottimo motivo per prendere in mano un fumetto, se questo in particolare, lo lascio decidere a voi.