domenica 26 febbraio 2012

C.S.I. Casa Mia


Oggi, insieme a mio padre abbiamo fatto un sopralluogo nel mio appartamento per constatare il grado di sporcizia lasciato dall'inquilino e porvi un minimo di rimedio in attesa che subentri un'impresa di pulizie.
Se avete avuto un'esperienza del genere sapete come ci si sente: tutto è sporco, contaminato dalla lurida presenza dell'abusivo che vi ha truffati approfittando della vostra buona fede. In questo caso il lurido però è anche piuttosto reale. Inizialmente volevo una tuta di quelle che si usano per le disinfestazioni, ma alla fine mi sono accontentata di una confezione famiglia di guanti in lattice monouso.

Appena entrati, mio padre si è buttato sul frigorifero, dove "lo scarafaggio" (così abbiamo rinominato l'inquilino) aveva fatto esplodere una bottiglia di Cocacola. Sembrava che il mostro di Milwakee avesse fatto a pezzi la bottiglia mentre questa riposava quieta con le cipolle ed il formaggio. Uno spettacolo raccapricciante affrontato con coraggio e sprezzo del pericolo.
Poi, ci siamo dedicati all'eliminazione di ciò che stava nei mobiletti della cucina: c'era una quantità di pasta in ogni formato, fagioli, riso, caffè sufficienti ad affrontare i postumi di una guerra atomica. Tanto che, dopo averne buttati via diversi chili, ci siamo messi una mano sulla coscienza e abbiamo pensato di conservare le confezioni ancora chiuse e darle a qualche associazione di beneficenza.
Incredibilmente i detersivi, le spugnette per le saponette e parecchie pentole risultavano completamente inutilizzati. Non riuscivamo a capire che se ne facesse lo scarafaggio di tanta pasta se poi non la scolava.

Una delle cose più "interessanti" di quest'esperienza di per sè straziante, è il tentativo di capire quante persone vivessero effettivamente nella casa e quali fossero le loro abitudini. Ovviamente, il bagno è il luogo migliore per fare questo tipo di supposizione. Approfittando dell'assenza di mio padre, che non aveva il coraggio di entrarvi, sono penetrata nell'antro.
Lo specchio era schizzato di spruzzi e il già minuscolo spazio invaso da cinque o sei tra scope, moci luridi e spazzoloni, per non parlare di almeno due secchi per pulire. Nonostante tutto questo armamentario la muffa sul pavimento prolifera.

Ho svuotato il bicchiere degli spazzolini, ne conteneva due (aha!), più tre tubetti di dentifricio. Poi ho aperto il mobiletto ed ho trovato creme per il corpo, detergenti per il viso, confezioni vuote di rasoi usa e getta, crema per la rasatura, una bottiglia intonsa di lozione per lenti a contatto e soprattutto una confezione aperta di microclisteri di glicerina...Ahi ahi, qui qualcuno soffriva di stitichezza!
Sorvolo sul portasalviette divelto dal muro; ma la cosa veramente sorprendente era la collezione di bagnoschiuma che si trovava lungo tutto il bordo della vasca. Ne ho contati una ventina, tutti iniziati o mai neanche aperti. Lo scarafaggio e chi divideva l'appartamento con lui amava forse l'idea della pulizia, anche se evidentemente non la praticava con troppa abnegazione.
L'ultimo tocco è stato sollevare il coperchio del water abbastanza per versarci dentro mezzo litro di candeggina. Di guardarci dentro non ho avuto il coraggio nemmeno io.

Infine ci siamo occupati dei tessili: tolto le lenzuola e le coperte dal letto e tutto il rivestimento del divano. Messi in sacchi neri li abbiamo poi caricati in macchina e li faremo sanitizzare.
Quando siamo usciti in strada con i sacchi eravamo più fighi di Gilbert Grissom e Catherine Willows.

Ammetto che non sia il modo migliore per passare la domenica. Mi sarei potuta risparmiare di andare, mio padre avrebbe fatto questo lavoro anche da solo. Ma sono convinta che fosse necessario anche a me per riprendere il possesso del mio territorio.

sabato 25 febbraio 2012

Tre recensioni per Cosmic, n.3


Il motivo per cui ho scelto il disco di cui mi appropinquo a parlare è che l'hip hop non è un genere che ascolto normalmente. Specialmente quello italiano. Ogni tanto c’è qualche pezzo straniero che mi piaciucchia, ma gli italiani, da Marracash agli Articolo 31, mi annoiano a morte.

Caparezza è un’altra storia. A guardarlo mi ha sempre fatto pensare a Frank Zappa, hairstyle a parte. Ed in effetti -come Zappa-saccheggia a piene mani la storia, l’attualità, i libri, ed ovviamente la musica, li taglia a pezzettini e li frulla con furore e beffarda ironia. Ascoltare “Il sogno eretico” è farsi un viaggio a tutta velocità su una giostra selvaggia dalla quale osserviamo non solo i giorni nostri ma anche (incredibile a dirsi) la storia del nostro paese, anche parecchio remota. Bisogna stare veramente attenti, perchè i riferimenti ed i giochi di parole sono innumerevoli, si potrebbe passare mesi a passare e ripassare ogni canzone. Caparezza è(giustamente) pieno di rabbia, ma le sue canzoni non sono semplicemente degli sfoghi, raccontano storie, sono critica sociale e politica, e -grande merito che divide in parte con Frankie Hi-NRG- fanno morire dal ridere: così le velenose frecciate all'industria discografica di “Chi se ne frega della musica”, la critica alla tendenza (tutta italiana) alla supina obbedienza ai dogmi religiosi contenuta in “Il dito medio di Galileo”, e quella alla personalizzazione di certa politica di “Legalize the premier” fanno breccia grazie alle geniali trovate musicali e di testo.

Ogni canzone meriterebbe un'analisi: “La marchetta di popolino” che se la prende con i lati peggiori dell'italianità, con quel popolo che pur vessato continua a farsi incantare dalla televisione e dai politici ladroni; “House credibility” esplora i rischi del vivere in casa, luogo che ci piace pensare sicuro ma che nasconde incredibili pericoli; “Goodbye Malinconia” contempla un paese talmente allo stremo da essere stato abbandonato dai suoi stessi abitanti, fuggiti chissà dove.

Esilarante è il gioco di “Kevin Spacey”, ma non ve lo svelo, ascoltatela.

Sul finale il disco si fa più rabbioso, e il Capa infila quattro pezzi che sprizzano indignazione ma non rassegnazione, tra cui spiccano “Non siete Stato voi”, invettiva dall'incedere martellante contro i politici che hanno distrutto il paese approfittando della loro posizione, e l'acidissima e circense “Ti sorrido mentre affogo”.

“Il sogno eretico” è un concentrato che racconta l'Italia ed il mondo che ci circonda in questi anni meglio di tanti programmi televisivi e libri, e articoli di giornale. Ci dice come siamo e perchè siamo arrivati ad essere così. Probabilmente in un futuro sarà allegato ai libri di storia. Bello, proprio tanto, tanto bello.

mercoledì 22 febbraio 2012

Glory Day

Lo diceva il mio oroscopo che nel 2012 un pò di cose si sarebbero sistemate.
E allora, la grande notizia è che l'individuo che occupava abusivamente il mio appartamento se n'è andato!!! Ci abbiamo messo quasi 3 anni, abbiano sostenuto (e sosterremo) una caterva di spese, ma finalmente se n'è andato. Non ci speravo più. L'avvocato ogni volta faceva delle previsioni che volevano la casa libera prima in 8 mesi, poi in altri 5 poi 7, un supplizio.
Ma è finita, e ora si festeggia, per giorni e giorni, per settimane!
E da qui si riparte!

sabato 18 febbraio 2012

Ecco, forse adesso sono un pò arrabbiata


A volte ritornano. Ci sono eventi della tua vita che tu ritieni ormai passati allo stato di memoria storica, ma continuano a riaffiorare sulla bocca delle persone che conosci sotto forma di critiche, frecciatine, lamentele o peggio del peggio, giudizi.
Non so, ad esempio negli anni settanta poteva essere l'aver messo al mondo un figlio senza essere sposata, o non aver sposato il ricco pretendente che ti aveva offerto l'anello.
La mia persecuzione si chiama banca.

Come già sapete, circa 10 anni fa mi trovai per una serie di incredibili circostanze a lavorare come impiegata in una banca milanese. Ero già ampiamente fuori tempo massimo per un'assunzione, e nemmeno avevo fatto degli studi anche solo propedeutici ad un lavoro del genere (anche se, siamo onesti, i lavori che ho fatto io in banca erano alla portata di chiunque avesse preso la licenza media). Ma ci sono delle cose che ci vengono incontro e sembra che dobbiamo accettarle per forza, così l'allineamento dei pianeti fece in modo che nonostante tutto fossi assunta.

Lo sapevo da sola che era un'occasione incredibile, che agli occhi di tutti, i miei genitori per primi, ero stata fortunata, fortunatissima. E nonostante i miei dubbi ho sempre cercato di essere grata e di accettare questa "buona sorte".
Ma c'era poco da fare, non mi piaceva, e non solo: l'ambiente degli uffici è spesso un concentrato delle peggiori tendenze della società. L'ipocrisia, la volgarità, il vuoto intellettuale, il razzismo e lo sciovinismo più beceri sbocciano come fiori malati, avvelenando lentamente i giorni. Si fa finta che vada tutto bene, si inghiotte, si sopporta, e tutto per lo stipendio, munifico se paragonato con l'impegno richiesto. Per questo me ne sono andata, perchè a me i soldi non bastavano per sopportare un lavoro senza scopo e un ambiente del genere.

Ora, mi sembra (se avete seguito i post degli scorsi anni lo sapete) di aver pagato per le mie scelte e di non essermi lamentata mai per uno stipendio che era esattamente un terzo di quello prendevo prima per fare molte più ore di lavoro, senza previdenza sociale, senza pagamento degli straordinari e senza tredicesima. Certo, me lo sono potuto anche permettere, visto che abito col mio fidanzato. Mi sono potuta permettere questa scelta, ma ho saputo rinunciare ai privilegi e poi, quante persone sono ancora là, in ufficio, pur odiando quel posto, solo per i soldi?
Qual'era la scelta più facile?

In ogni caso, perchè parlando con amici devo ancora sopportare gli sguardi di rimprovero da "Hai sprecato l'occasione della tua vita" e " Sei una ragazzina viziata"?
Me ne sono andata da sei anni, e sono ancora viva, ed ho fatto tante cose, ed ho affrontato e superato praticamente da sola parecchi momenti difficili.
Onestamente mi sembra addirittura patetico pensare che quella possa essere stata l'occasione della mia vita. Le occasioni capitano, come no, ma non una volta sola nella vita. E se non capitano, si vanno a cercare.
Perchè non si può accettare una scelta altrui, giusta o sbagliata che sia? Non abbiamo il diritto di sbagliare? E perchè la correttezza o l'errore sono sempre valutati in termini di guadagno??!?!?!??! BASTAAAA!!! Non mi sento più triste perchè guadagno poco, ma più contenta (anche se a volte frustrata di fronte alle difficoltà) perchè faccio qualcosa che mi piace e che ho scelto...
Come dice Big Lebowsky: "Fanculo i soldi, la vita va avanti"...