martedì 23 febbraio 2010

One track wonder

Il termine one hit wonder era stato coniato per quei gruppi meteore che avevano fatto un botto colossale con una sola canzone per poi sparire nel nulla (e rispuntare fuori magari vent'anni dopo sul programma di ripescaggi di Italia Uno).

Non è certo il caso di Johnny Cash, enorme rappresentante della musica root americana. Allora perchè questo titolo?

Perchè, diamine, ho avuto modo di ascoltare il sesto capitolo (postumo) della saga di Rick Rubin, American VI: Ain't no grave, ed è bastata la prima traccia, che è anche la title track, per restare pietrificato di fronte a quanta bellezza può affiorare dalla sofferenza di un vecchio, che negli ultimi giorni di vita a malapena riusciva a respirare ma che ha voluto cantare e registrare letteralmente fino alla fine.

Tanto non c'è fossa che possa trattenere il suo corpo.


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