domenica 4 settembre 2011

Vuoto totale

Non amo molto cenare con estranei. E per estranei intendo persone che magari conosco da anni ma con le quali non ho per vari motivi molto da spartire o una frequentazione assidua. Capita spesso, purtroppo, di intrattenere questo genere di rapporti e di solito sono i colleghi, ad essere il gruppo di estranei con cui si finisce per fare questo genere di esperienza.


Per me sono i cognati gli estranei in questione. Questa settimana ci ho cenato insieme per ben due volte. Sono ottime persone, con un passato piuttosto fuori dal comune che sarebbe bello ascoltare. Ieri sera si sono presentati con una cugina di lei e altre due persone che non avevo mai visto.
Orrore.


Detesto queste situazioni, mi creano imbarazzo solo a pensarci. Perché io sarei anche una che parla di cose personali, non necessariamente del tempo, ma c’è poco da fare, quel che ha da raccontare la gente non è granchè.


La cosa che temo di più è che ci si aspetti qualcosa da me, dal mio parlare, e d’altronde detesto le serate a senso unico, in cui qualcuno resta tagliato fuori.
Così ce la metto tutta, faccio osservazioni ironiche, faccio la spiritosa, tiro in mezzo il fidanzato. Ieri sera ho un po’ salvato la situazione dirottandolo sui racconti dell’infanzia con suo fratello, che erano divertenti (anche se li ho ascoltati già 200.349 volte) e facendo alla cugina di mia cognata domande sulla sua nuova pettinatura e sul suo nuovo colore di capelli. Bisogna interessarsi a chi si ha vicino per cercare di scioglierli un po’.


D’altronde, se non si può cavar sangue da una rapa, non si possono cavare discorsi intelligenti o perlomeno interessanti da chi non ha voglia di farne.


Così non siamo sfuggiti alle solite battute a sfondo sessuale (dirette a mio cognato ed alla cugina), alle insopportabili bullate di chi aveva comprato un vino splendido pagandolo niente (ma si potrebbe trattare di un agriturismo economico e fantastico, di un negozio di abiti di marca venduti a prezzi ridicoli, di qualunque cazzata risvegli la “sindrome del pescatore scaltro”, quello che ha preso il pesce più grosso e fatto l’affare migliore), ai discorsi sul tempo metereologico.


Libri? Neanche nominati. Musica? Film? Ma esistono?


Con l'età comincio ad essere insofferente verso questo genere di riunione, mi annoiano, mi svuotano. E finisco per bere e mangiare troppo, come ieri sera.


Mi infastidisce non solo sprecare il mio tempo, ma rendermi conto di non essere in grado di superare la barriera della banalità che circonda gli individui fino a quando non capiscono di potersi fidare. Magari queste persone non sono per niente interessanti, magari invece lo sono e hanno un sacco di cose da raccontare, ma chissà quante serate del genere dovrò sopportare prima di scoprirlo.

2 commenti:

cosmic kid ha detto...

I partner ce li scegliamo, tutto il
loro entourage è come l'indesiderato
e pesante allegato di un quotidiano...

Ms Rosewater ha detto...

il discorso era un pò più profondo. Comunque comincio a pensare che qualcosa se lo portano dietro anche i partner...