Non ho mai seguito la musica italiana, detesto il mainstream melodico e trovo l'espressione rock affibiata ad un tipo come Vasco Rossi piuttosto risibile. Non mi sarei mai sognata di trovare un gruppo nostrano così aderente ai miei gusti ed ai miei desideri.
Il Teatro degli Orrori fa musica devastante, al calor bianco, urlata, che in un istante si trasforma in un sussurro. Non si tratta di semplice baccano, lo scopo non è assordare l'altrui orecchio. La potenza del suono è domata in canzoni che non seguono lo schema classico e sembrano seguire i testi esasperandoli: possono iniziare con una botta d'energia spaventosa e concludersi con una preghiera disperata ad un amante. Colpiscono, disorientano, commuovono. E colpiscono di nuovo.
La cosa che mi piace forse più di tutto sono proprio le liriche, perchè sono sincere, taglienti, perchè si sente che PierPaolo Capovilla dice la verità, su sè stesso e su quello che lo circonda. La frustrazione e la rabbia, la sensazione di disagio, i sentimenti ai quali non riesco a dare un nome, lui è riuscito a trovare le parole per esprimerli. Così bene che non riesco ad ascoltare altro, che non riesco a togliermi dalla testa certe frasi che mi ripeto in continuazione, anche mentre dormo, a volte. E' proprio questo modo di scrivere ad avermi conquistata. Perchè le cose si possono dire in un sacco di modi, ma quello del Teatro degli Orrori è il più forte, limpido, poetico senza essere "studiato" ed inutilmente intellettuale, spontaneo senza diventare insulto gratuito.
Ecco ragazzi, è per questo che sono il MIO gruppo dell'anno!
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