venerdì 18 giugno 2010

La pagliuzza, la trave e...


Leggo con un misto di sorpresa, indignazione e divertimento la notizia che "L'Osservatore Romano" all'indomani della morte di Josè Saramago, premio Nobel per la letteratura, invece di ricordarlo o semplicemente ignorarlo, si è lanciato in una critica ideologica dello scrittore.
Non ho mai letto nulla di Saramago, ma 'impressione è quella che l'istituzione religiosa non tollera che qualcuno la pensi in modo diverso da lei. Saramago aveva criticato le Crociate -ricorda "L'Osservatore" ma non i gulag: il solito vecchio e patetico ragionamento, io ho sbagliato ma guardate, anche loro lo fanno, a loro non dite nulla? Come i bambini a scuola.
Josè Saramago viene definito antireligioso, e mi chiedo DUNQUE? Non è più concesso essere atei o non credere nella religione? Perchè forse ormai la questione non è più nemmeno credere in Dio o no, quanto piuttosto riconoscere l'autorità religiosa del Vaticano.
E pensando ai recenti accadimenti, il caso pedofilia e solo ieri l'annuncio dell'indagine a carico del Cardinale Sepe viene da ridere. Penso che Saramago non abbia mai fatto niente di ciò di cui vengono accusate queste persone.
Il fatto poi che queste cose vengano dette il giorno dopo la morte dello scrittore dà l'impressione di aver temuto una risposta diretta, che credo lui non avrebbe risparmiato. Insomma, una caduta di stile...In ogni caso penso che ormai queste critiche non lo interessino più di tanto...Per leggere tutto l'articolo de "L'Osservatore", cliccate qui.


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