mercoledì 21 luglio 2010

Preoccupazioni

Dunque l'altro giorno vado in Provincia, con la madre del ragazzino che seguo ed il ragazzino stesso.
Bisogna fare la richiesta di rinnovo di assistenza alla comunicazione, ma alla signora manca un modulo ISEE che attesta i redditi e per rifarlo (è scaduto tipo due giorni prima) ha bisogno della presenza della sorella che in questo momento si trova oltreoceano e tornerà a fine agosto.
Il termine della richiesta è venerdì prossimo.
Chiediamo all'assistente sociale cosa possiamo fare. Lei dice che si può solo far firmare un modulo al richiedente in cui dichiara di accettare il contributo minimo per l'assistenza e si impegna a fornire quanto prima il nuovo modulo ISEE.
Dò un'occhiata al contributo minimo: equivale ad un terzo del mio già magro salario.
"Scusi" chiedo "Ma io dovrei lavorare un mese (speriamo uno solo!) per questa cifra?"
"La famiglia può integrare, ma si deve accordare lei".
La madre fa il sorriso di chi non ha capito o fa finta di non capire. Non posso darle torto in fondo, lavora per sè e per il figlio, fa la donna delle pulizie, è extracomunitaria, sta in affitto in un posto che deve essere orrendo in una periferia dove la gente ha le finestre che danno sul cavalcavia della circonvallazione.
L'assistente sociale non batte ciglio.

Questo è il mondo in cui si dibatte la mia categoria, pagata con un contributo Provinciale, il resto al vostro buon cuore. Magari se mendico ai semafori tiro su qualche euro in più.
E se da una parte mi sembra assurdo aspettarsi da questa donna un'integrazione economica (con che faccia gliela chiedo?), dall'altra mi sento rabbiosa perchè ho sempre fatto più, molto più del mio dovere per suo figlio e devo mangiare pure io, potrebbe pensarci da sola.
Ho fatto un conto. La mia retribuzione fino ad adesso ha coperto 25 ore la settimana, questa cifra ne copre 31 al mese.

Ma sentite questa. Pare che tra le nuove regole sulla mia categoria ci sia anche quella che stabilisce che dopo il 26mo anno d'età, a meno che non faccia l'università il sordo non ha più diritto al contributo per avere un'assistente alla comunicazione. Una regola assurda, considerate le difficoltà scolastiche dei sordi e l'arrivo di giovani sordi, alfabetizzati e molto in gamba dall'estero. Conosco un ragazzo dello Sri Lanka di 25 anni, che vorrebbe prendere un diploma, ma come farà senza assistente alla comunicazione? Non se la può certo pagare.
Tenete presente poi che molti di questi giovani hanno già fatto le superiori nel loro paese, ma il diploma non è riconosciuto qui e così sono costretti a rimettersi a studiare per ottenere ciò che già hanno. Ma così non possono farlo. Questo è anticostituzionale e viola il diritto allo studio.

Tutto ciò mentre il Comune inonda le biblioteche pubbliche di fascicoloni a colori sul bilancio sociale dell'assessorato a famiglia, scuola e politiche sociali. Ammassi di fotografie esaltanti e quattro pagine di dati concreti che potevano essere restituiti senza spendere tanto, dato che di questi libretti il 95 percento andrà al macero. Questo per far cassa in vista delle prossime elezioni, convincerci che ci pensano loro alle nostre necessità, ad aiutarci. La crisi c'è solo per noi, la campagna elettorale ne è esente.
Sono preoccupata, preoccupata...



2 commenti:

Anonimo ha detto...

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Tasti ha detto...

... speriamo che si riesca a far riconoscere la professione e avere finalmente qualche tutela in più!
un caro abbraccio e... ci si incontra al semaforo!
;-)