lunedì 21 settembre 2009

I love recycling


Per la sottoscritta il riciclo è quasi un esercizio zen: rosa dai sensi di colpa per la mia vita urbana, depressa dalle notizie sui disastri ambientali e la fine del mondo (non ad opera di alieni ma degli indigeni), cerco rifugio e terapia nell'amorevole separazione dei rifiuti da me prodotti. Pur non ritenendomi una gran consumista (il mio lusso è un libro, un capo d'abbigliamento quando proprio serve o un disco quando si esagera), sono sconcertata dalla quantità di pattume che produco per il solo fine di mangiare.
Basta comprare un pò di carne o di uova al supermarket per avere il bidone della plastica semicolmo. Basta un pò di yogurt per fare un mucchio di bicchierini, bastano due bottiglie d'acqua (anche se noi si beve quella del rubinetto).
Nella mia crociata contro l'eccesso d'imballo ho però un grande avversario: il mio fidanzato. Egli, come molti uomini purtroppo, non ha coscienza ecologica e si ostina a commettere errori grossolani e, a volte, sospetto pure deliberati. Qualche esempio:
Latte: vuole quello nella bottiglia di plastica, più plastica che latte. Prende tutte le scuse possibili ed immaginabili (non lo digerisco, ne usiamo poco...) e spesso mi obbliga a bere quello a lunga conservazione, che oltre a non piacermi, ormai del latte ha ben poco.
Affettati: fino a poco tempo fa gli unici affettati che entravano in casa erano quelli in vaschetta. Ho provato per anni a farlo smettere (a parte la plastica, ci saranno sicuramente più conservanti in quelli che nei salumi tagliati al momento), ma solo quando ha scoperto il rapporto quantità prezzo (e non che non glielo avessi detto) ha finalmente ceduto e si sottopone di buon grado alla fila al banco salumeria.
Gli aromi: salvia, rosmarino, timo, acquistati in gigantesche confezioni di plastica. Roba che paghi oro e che potresti avere gratis (magari un pò affumicata dai fumi della città) sul tuo balcone. Oltretutto quasi sempre ne butti via metà.
Ma c'è di più. Spesso nell'indifferenziata trovo le bottigliette di plastica dello yogurt liquido che lui si beve la mattina, oppure stecchini per le orecchie usati e scottex e fazzolettini pieni di capperi nel bidone della carta (non so perchè ma non sono considerati riciclabili). Confezioni con stagnola di biscotti che finiscono nella pattumiera (andrebbero nella plastica), confezioni di formaggi che bisognerebbe almeno risciacquare, pena trovarsi la casa invasa da un puzzo raccapricciante che ti spinge a portare nei bidoni il sacco prima del tempo (è uno spreco pure quello).
Impossibile poi discutere sulla biodegradabilità dei detersivi: più inquina e meglio lava è il concetto nella capoccina dell'uomo e se ammazza più pesci, chi se ne importa. E mettiamone sempre in abbondanza. Per me ogni bicchierino di polvere per la lavatrice è una stilettata, evito gli ammorbidenti (lui li adora e danno un buon profumo al suo bucato), mi faccio domande sull'anticalcare...Lui no.
Boh, forse si vive meglio così o forse non ha capacità di visualizzare le conseguenze ambientali delle sue azioni. L'umanità in generale valuta solo ciò che può toccare con mano, e anche allora non è detto che non cerchi una pacifica convivenza con l'inquinamento. Lo so che solo il nostro pattume non cambia niente, ma se tutti la pensano così, veramente non c'è salvezza.

1 commento:

jumbolo ha detto...

sono il tuo uomo
:))